Fast And Furious Lottery, TFTF, 2F2F, Tokyo Drift, Solo Parti Originali, Fast Five...

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V a l e 90
view post Posted on 8/7/2011, 11:35




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Fantastica saga, in 5 parti (forse 6!! :))



The Fast And The Furious


Per la strade di Los Angeles, gli amanti di motori e velocità competono in gare clandestine, sfrecciando su automobili dalle carene fiammanti e dai carburanti pompati a protossido di azoto. Incaricato di indagare su un clan di rapinatori che trafugano camion in corsa, il giovane agente Brian O’Conner si addentra sotto copertura nel mondo delle corse illegali entrando in contatto con il nerboruto Dominic Toretto, un esperto meccanico ed eccezionale pilota. Dopo aver perso una corsa contro di lui, Brian riesce a metterlo in salvo dalla polizia e da quel momento si aprono per lui le porte del garage e della famiglia di Toretto, dove non proprio tutti sono bendisposti ad accoglierlo.
Point Break, dieci anni dopo. I giovani californiani ribelli danno espressione alla loro volontà di potenza non più sulle tavole da surf e tramite rapine a mano armata, ma a bordo di macchine da corsa truccate con cui disputano gare illegali e compiono saccheggi lanciati a tutta velocità. Per il resto, poco è cambiato, o meglio tutto. La storia del giovane poliziotto infiltrato che subisce il fascino del carismatico fuorilegge libertario, mostra come anche quando la partitura resta la stessa possa cambiare la musica. Sullo stesso scheletro narrativo di Point Break, Fast & Furious mostra nuova pelle e nuovi muscoli, molto più abbronzati e anabolizzati per assecondare le tendenze estetiche e i bioritmi adrenalinici dell'action negli anni Duemila. Rispetto al film della Bigelow, l’involuzione è evidente: svanisce completamente l'istinto di vita audace e temerario del personaggio di Patrick Swayze, così come la profondità del rapporto di fascinazione che lo lega a Keanu Reeves, a tutto vantaggio delle pulsioni ormonali, del desiderio primario di frenesia e concitazione delle sequenze d'azione. Al suo film-modello, Fast & Furious riserva lo stesso trattamento di restauro e modernizzazione che applica alle auto esibite: esemplari di macchine sportive più o meno recenti sottoposti al fulgore delle vernici metallizzate che tutto riflettono e alimentate da esplosioni di Nos che coprono ogni altro suono possibile. All'interno di questo regime del riciclo, quel che va perduto in attrazione superomistica dei surfisti-filosofi, viene compensato da qualche nozione di meccanica, un gergo di strada e continui movimenti di macchina che scivolano agili fra automobili in corsa e pugni sferrati. Così, più veloce che furioso, ed emanando più odore di gas che di gomma bruciata, il film scorre rapido e spedito senza prendere né rischi né curve troppo strette, come pilotato da un abile stuntman quale dimostra di essere il regista Rob Cohen, esperto in B-movie di riciclaggio estremo (Dragonheart; Daylight).
Con Fast & Furious ha la prontezza di cogliere un momento in cui la personalizzazione di motori e carenature diviene una pratica di esibizione di forza, al pari di muscoli e tatuaggi, e di saperne valorizzare l’aspetto spettacolare, adrenalinico, fracassone. Ci sono dentro tutti gli elementi di una cultura hip hop, che per quanto esteticamente rozza ed eticamente discutibile, possiede un suo ritmo e un certo spirito gaudente. D’altronde, come cantano gli Articolo 31, “il tamarro è sempre in voga perché non è di moda mai”.




2 Fast 2 Furious


Brian (Paul Walker) ha la velocità nel sangue. Passione talmente esagerata da avergli fruttato l'esonero dall'FBI e averlo costretto a riciclarsi come criminale al servizio del boss di Miami Carter Verone. Decadenza degli eroi? Solo apparentemente: in realtà Brian, coadiuvato dall'altra infiltrata Monica, agisce sotto copertura per sventare un traffico di denaro sporco.E se per ottenere i propri scopi c'è da impegnarsi in duelli automobilistici mozzafiato, ad altissima velocità e tasso di scorrettezza, poco male... Sequel del film che ha lanciato Vin Diesel, 2Fast 2Furios riprende il prototipo esagerandone pregi e difetti. L'azione è ancora più adrenalinica (Singleton sa indubbiamente il fatto suo), le carrozzerie (delle auto e dei corpi degli attori) ancora più in risalto. Ma il film tratta unicamente di superfici, dimenticandosi completamente di dare un minimo di congruenza e continuità al racconto o di spessore ai personaggi, che sembrano ambire vanamente al fumetto. Risultato finale: un videoclip con occasionali interventi di trama. Ci si può divertire, a patto ovviamente di lasciare a casa il cervello.





The Fast And The Furious - Tokyo Drift


Avete presente Gioventù bruciata? Il film di Nicholas Ray del 1955 narrava la storia di un ragazzo ribelle che arrivava in una nuova città, incontrava una ragazza, disubbidiva ai genitori e sfidava una gang locale. Qualcuno deve aver fatto un calco della trama perché esistono circa un milione di film simili, ambientati nei mondi più disparati - dal balletto alla boxe. Il terzo capitolo di Fast and Furious non è da meno. Dopo un incidente avvenuto durante una gara di macchine, Sean Boswell (Lucas Black) rischia di finire in riformatorio, ma viene invece spedito dalle autorità dal padre, che vive a Tokyo. Sui banchi di scuola incontra Neela e fa amicizia con Twinkie (Bow Wow) che lo introduce nel giro di gare di drifting, dove il re indiscusso dello "sbandamento in curva con il controllo del sovrasterzo" è proprio l'uomo di Neela, D.K. (Brian Tee), capo di una banda legata alla mafia giapponese. Sean non perde occasione per sfidarlo, ma non conoscendo le tecniche del drifting perde, distruggendo la macchina. Per ripagarla dovrà lavorare per Han (Sung Kang) che a sua volta è uno degli uomini di D.K.. Han però prende a cuore le sorti del ragazzo e gli diventa amico, insegnandogli in poco tempo tutto quello che c’è da sapere sul drifting. Ambientato in una Tokyo decisamente underground, e ricco di momenti altamente adrenalinici, The Fast and the Furious: Tokyo Drift fa accelerare i battiti cardiaci a ritmo di musica e di motori rombanti. Sia chiaro: a parte le gare, le macchine preparate, e le feste piene di belle ragazze, la pellicola offre ben poco (pur riservando una sorpresa finale). Ma non è detto che ogni film debba insegnare qualcosa o divenire simbolo di una generazione, come nel caso di Gioventù bruciata. Chi sceglie di vedere The Fast and the Furious: Tokyo Drift potrebbe volere anche solo distrarsi per un'ora e trentasette minuti e sentire il brivido dell'alta velocità, senza provarla sulla propria pelle.






The Fast And The Furious - Solo Parti Originali


Negli anni che ha passato in fuga dalle autorità, il ricercato Dominic Toretto ha messo in piedi una nuova vita – e un'attività illegale – nella Repubblica Domenicana. Dopo l'ultimo colpo andato a buon fine, non senza qualche rischio, decide di darsi nuovamente alla macchia per non mettere nei guai i suoi soci. A riportarlo a Los Angeles sarà l'immatura scomparsa di una persona cara e la sete di vendetta.
I tempi erano maturi perché Vin Diesel tornasse a interpretare il fuggitivo Toretto. A distanza di otto anni dall'uscita del film che portò all'attenzione un fenomeno automobilistico clandestino (leggasi tuning) divenendo un successo cinematografico (più di 144 milioni di dollari incassati nei soli Stati Uniti), l'attore newyorkese si rimette al volante di un'auto truccata e ritrova i compagni della prima ora. Godendo dell'esperienza acquisita come protagonista in action e della posizione di produttore del film, Diesel porta sul grande schermo un'avventura adrenalinica che non manca di carica emotiva ed ironia. A dirigere l'allegro gruppetto di attori è Justin Lin che era entrato nel mondo delle corse sfrenate con Tokyo Drift e oggi riconferma la sua capacità di adattare al cinema la velocità modificata delle macchine da dieci secondi e gli spettacolari scontri che rappresentano il fascino della saga.
Aprendosi con un inseguimento mozzafiato girato sulle strade impervie della Repubblica Dominicana, il film di Lin mantiene le aspettative e si catapulta in una serie di gare accelerate giocate sulla suspense. Tuttavia, al di là delle drag racing e delle acrobazie in corsa, Fast & Furious trova nella storia d'amore, di fratellanza e d'amicizia il suo punto focale. Incrociando alle indagini di Dom quelle di Brian – l'agente sotto copertura dell'FBI che nel primo F&F aveva lasciato fuggire il Re delle corse – lo sceneggiatore Chris Morgan li fa incontrare sulle strade di Los Angeles, spostando la narrazione nei territori del buddy movie. I due amici-nemici ritrovati uniranno le loro forze in una gara all'ultimo rombo, lanciandosi verso un finale liberatorio.





Fast Five


Dopo aver attaccato un bus di detenuti per permettere a Dominic Toretto di sfuggire alla prigione, Mia Toretto e l'ex agente Brian O'Conner scappano in Brasile. Là, durante una spettacolare rapina a un treno, ritrovano Dominic e scoprono che il mandante del furto è un ricco affarista corrotto di Rio De Janeiro, Hernan Reyes, interessato a recuperare un chip nascosto nell'autoradio di una macchina rubata contenente tutte le tracce dei suoi traffici illeciti da centinaia di milioni di dollari. Dom e Brian decidono così di utilizzare le informazioni del chip per fare un ultimo colpo e derubare tutte le finanze di Reyes. Ma per farlo hanno bisogno di formare una nuova squadra.
Nel suo lungo e costante tragitto, la saga di Fast and Furious segue una strana traiettoria. Partita all'alba degli anni Duemila come un nuovo prototipo di B-movie per sollazzare le gioventù bruciate da motori e videogame, nel giro di pochi anni sembrava destinata a sbandare e a correre solo lungo i circuiti off dei videonoleggi e delle mediocri produzioni in ciclostile. Invece, due anni fa, complice la volontà di tornare a sporcarsi le mani (anche come produttore) da parte di Vin Diesel, la saga ha ritrovato i suoi pezzi originali e ha saputo tornare in pista, recuperando anche il controllo di una narrazione seriale finita in testacoda.
Justin Lin, confermato al volante della produzione per la terza volta consecutiva, dopo aver girato l'episodio più spompato (Tokyo Drift) e un ritorno alle origini fervente ma senza troppo smalto (Solo parti originali), con Fast & Furious 5 firma l'impresa migliore dell'intera saga. La più moderna, la più ampia, forse anche la più violenta e spettacolare; senza dubbio quella col maggior numero di accessori. Coniugando il piacere della serialità con il rinnovato spirito di squadra d'epoca contemporanea (come se caricasse il motore glamour e scintillante di Ocean's Eleven dentro la ruvida carrozzeria degli Expendables di Stallone), Fast & Furious 5 si impegna a rimettere assieme tutti i pezzi che si sono scambiati nel corso di questi dieci anni e a sostituire il residuo di cultura hip hop da “Pimp my Ride” con la patina più vivace e brillante di un heist movie.
Messo da parte il Nos, Lin carbura humour e potenza distruttiva, dando meno spazio agli scontri fra bolidi e riservando a tutti i protagonisti e comprimari della saga un personale momento di gloria nell'elaborazione del colpo grosso ai danni del villain brasiliano. A loro, aggiunge poi un'altra icona-peso massimo del nuovo cinema d'azione come Dwayne Johnson, col preciso intento di scatenare uno scontro fra titani con Vin Diesel e di mettere in scena un incontro epocale di lotta greco-romana atteso da orde di giovani appassionati.
C'è insomma in questo quinto capitolo un po' la voglia di tirare le prime somme: il desiderio di passare a un modello di auto più veloce e più spazioso, adatto a ospitare tutto l'ingombrante spirito cameratesco di una rimpatriata fra numerosi vecchi amici. Certo, la strada è ancora piena di buche (soprattutto di sceneggiatura). Ma muovendosi a tali velocità e con questo nuovo tipo di sospensioni, è come non sentirle.




Fonte: My Movies
 
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