2° capitolo
La lezione era iniziata ormai da dieci minuti e in quel momento arrivano quattro ragazze e intuii che erano Alexia, Dafne, Miriam e Sasha. Io mi ero senduta accanto a Silvia e dietro di noi c’era Stella. Entrarono facendo finta di niente e una di loro disse –Scusi prof, siamo in ritardo.-era una ragazza alta e con i capelli biondi, lisci e lunghi fino a metà sedere, aveva un top brillantinato, indossava anche dei jeans molto aderenti e degli stivaletti neri. Silvia mi disse che lei era Alexia.
-Anche quast’anno sarete continuamente in ritardo?- disse la professoressa in modo severo.
-No prof, quest’ anno saremo bravissime- replicò Dafne, ovviamente si riconosceva subito visto che aveva il suo nome ricamato in viola sulla maglietta bianca, aveva anche una mini-gonna viola e degli stivali in camoscio nero. Dafne aveva i capelli neri, ondulati e lunghi fino a metà schiena,con delle ciocche viola, era anche molto magra (faceva quasi impressione) e alta quanto Alexia.
Le altre due erano molto simili, una di queste era Miriam che portava una maglietta azzurra con delle scritte rosa lunga fino all’ombellico, dei jeans abbastanza larghi e gli occhiali rosa e lilla, lei era un po’ più bassa delle altre tre ma comunque abbastanza alta, aveva i capelli biondo scuro corti e ricci. Poi c’è Sasha che ha i capelli biondo scuro, lunghi fino a sopra il sedere, lisci con delle estacion con il frisè.
Miriam e Sasha si sedettero indifferenti, ma Alexia e Dafne appena mi videro mi squadrarono dalla testa ai piedi come fa un cacciatore con la sua preda. ‘Nessie, loro stanno facendo con te ciò che tu dovresti fare con loro, sei tu la mezza-vampira o sono loro?!’
A fine lezione Alexia venne al mio armadietto e mi disse –Ciao, come ti chiami?- con aria interessata. Io le risposi –Io sono Renesmee Phillips, ma puoi chiamarmi Nessie.-
-Come il mostro di Lochness?-disse lei quasi inorridita.
-Si.- le risposi un po’ imbarazzata, poi cambiando argomento le dissi –E tu sei Alexia!-
-Già, come fai a saperlo? Aspetta tutti lo sanno perchè io sono popolare!-mi rispose con un tono di arroganza che per poco non mi fece vomitare. Così mi girai e misi i libri nell’armadietto, presi i libri per la prossima ora, lei cercò di parlarmi ma non fece in tempo ad aprire bocca che io chiusi l’armadietto e me ne andai.
Lei rimase stupita e mi rincorse, mi afferrò per un polso e mi disse –Senti missis dei miei stivali, stavo ancora parlando e nessuno si può permettere di andarsene mentre stò parlando, sono stata chiara?-lo disse con una tale rabbia e aggressività che io non riuscii a tenere a freno la mia lingua così sfrattonai il polso che lei mi teneva stretto, la staccai da me e le dissi –Senti carina, io non mi credo nessuno, ma a quanto pare tu non hai ancora capito come gira il mondo e tu non sei di certo al centro!- forse avevo un po’ esagerato con le parole ma lei non si doveva permettere di trattarmi così! Lei sbuffò rabbiosa e se ne andò sbattendo i piedi. Io mi sentivo soddisfattissima, anche se tutti mi guardavano increduli, ma a differenza di prima questa volta erano sguardi di ammirazione. All’ uscita da scuola c’era mia zia Alice con la sua porsche gialla, Stella appena uscita da scuola rimase a bocca aperta alla visione della macchina di mia zia e mi disse –Hai visto che macchina?-
-Si, è di mia zia-
-Cosa?- rimase stupita, incredula come se fosse una cosa impossibile. –Ma comunque è vera la storia che hai dato una lezione ad Alexia nel corridoio?-
-Si è tutto vero! Colpa sua, non si doveva mettere contro di me!-
-Ti avverto domani vieni munita di un armatura! Ti uccideranno! Non immagini, dell’ultima persona che ha trattato così una di loro non si è mai più saputo niente! Non voglio che capiti anche a te!-mi disse molto agitata.
-Mamma mia, quanta agitazione!Non ti preoccupare nn immagini neanke minimamente di cosa sono capace!- e me ne andai in macchina lasciandola a bocca aperta. Quando entrai in macchina zia Alice lei parte e intanto che guida mi disse con un sorrisetto malizioso –Non credevo avessi così tanto coraggio e così tanta grinta!- così dicendo mi guardo per qualche secondo sempre con il suo sorriso e poi tornò a guardare la strada. –Come?-‘Chissà cosa intendeva con quella frase? Io non lo so!’ -Ho visto come hai trattato quella ragazza, oggi eravamo tutti in pensiero per il tuo primo giorno così mi hanno chiesto di vedere come te la cavavi!- ‘Ecco cosa intendeva!’io rimasi zitta non sapendo cosa rispondere così mi dovette dire –Allora racconta tutto, voglio sapere ogni singolo pettegolezzo!- me lo chiese molto ansiosa e agitata. –Ma mica hai già visto quel che mi è successo?-
-Ho visto solo la “chiaccherata” che hai avuto nel corridoio con quella ragazza!- detto questo le raccontai tutto quello che mi era successo a scuola ma non riuscii a finire la storia che arrivammo a casa, entrai in casa e tutti mi tempestarono di domande tranne mio padre che mi lesse nel pensiero ‘Che fortuna! Non si deve neanche scomodare di far domande!’
spero vi sia piaciuta
scusate se ci ho messo tanto a scrivere!